Le coviglie sono un dolce al cucchiaio napoletano che si è diffuso nell’Ottocento. Si tratta di una sorta di semifreddo, e tradizionalmente vengono preparate nei gusti caffè o cioccolato.
Nelle pasticcerie vengono solitamente venduti in bicchierini di alluminio, e sono quindi adatti a quei momenti in cui ci viene voglia di un dolcetto al volo!
Vediamo allora insieme tutto quello che c’è da sapere sulle coviglie e come prepararle!
Coviglie napoletane fatte in casa
Coviglie al cioccolato napoletane
Ingredienti
- 4 uova medie
- 1 tuorlo
- 350 ml panna fresca
- 250 g cioccolato fondente al 50%
- 60 g zucchero semolato
- 60 ml acqua
- Meringhe q.b. per decorare
Istruzioni
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- Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e lasciarlo raffreddare.
- Nel frattempo, con le fruste elettriche, montare la panna che dovrà però risultare solo semi-montata, quindi tenerla da parte in frigorifero.
- In un pentolino, portare a bollore lo zucchero con l’acqua e, nel frattempo, iniziare a montare le uova con le fruste elettriche.
- Una volta che lo sciroppo di zucchero sarà pronto (deve raggiungere la temperatura di 120°C, se non avete un termometro da cucina, potete acquistarlo cliccando qui), si può versare a filo lo sciroppo di zucchero sulle uova, continuando a montare fino a raffreddamento, per circa 6 minuti.
- Unire il cioccolato fuso alla panna e infine incorporarvi le uova con lo sciroppo di zucchero.
- Amalgamare il tutto delicatamente con una spatola, quindi versare nei contenitori e riporre in freezer per almeno 4 ore.
- Quando dovrete portare in tavola le vostre coviglie, cospargetele di meringhe sbriciolate.
Coviglie: origine della parola
Il termine “coviglie” è in verità poco conosciuto fuori dalla città di Napoli. Pare derivare dallo spagnolo “cubillo”, che indicava il recipiente in cui veniva fatta raffreddare l’acqua.
Il cuoco napoletano Vincenzo Corrado, verso la fine del Settecento, in una sua ricetta di spuma di cioccolata aveva scritto infatti “dopo qualche ora s’empiranno le cuviglie, o siano vasetti, e si metteranno a neve”.
Quindi possiamo dire con un certo grado di certezza che il dolce prende il nome proprio dal recipiente usato per contenerlo.