Sete dopo aver mangiato la pizza: scopri perché succede e come evitarla!

Per molte persone, trascorrere una serata con amici significa mangiare pizza, bere birra e chiacchierare in allegria. Ma spesso questa piacevole serata si trasforma in una notte di sete, insonnia e gonfiore. Perché succede questo? Ci sono molte cause, dalla farina utilizzata, al tipo di lievito, alla maturazione dell’impasto. Le cause di questi fastidi possono essere molteplici. Ecco alcuni motivi per cui si può avere sete dopo aver mangiato la pizza:

  1. Maturazione dell’impasto insufficiente
  2. Tipo di farina utilizzata
  3. Qualità e quantità degli ingredienti

L’impasto causa la sete dopo la pizza

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La difficoltà di digestione o la sete che si prova dopo aver mangiato una pizza non è causata da una lievitazione incompleta, ma piuttosto da una maturazione insufficiente o dalla scarsa qualità degli ingredienti, soprattutto della farina. La maturazione è la fase in cui gli enzimi presenti nella farina, attivati dall’acqua aggiunta all’impasto, scompongono gli amidi e il glutine. Questo processo viene influenzato dalle caratteristiche della farina, dalla temperatura dell’ambiente e dal tempo di lievitazione. Un processo di lievitazione che dura dalle 24 alle 48 ore ad una temperatura compresa tra 4 e 25/26 °C è l’ideale per garantire una maturazione dell’impasto ottimale e una pizza più digeribile e saporita.

Ingredienti troppo salati favoriscono la sete

La quantità e la qualità degli ingredienti base e aggiunti alla pizza sono una causa importante della sete post-pizza. Sebbene l’impasto richieda generalmente l’utilizzo di poco sale, bisogna considerare il sale presente nella passata di pomodoro e nella mozzarella o nel formaggio a pasta filata. L’uso di formaggio fuso al posto della mozzarella, sebbene dimezzi i costi, riduce la qualità della pizza. Inoltre, l’aggiunta di ingredienti come acciughe, olive, prosciutto, tonno aumenta la quantità totale di sale, stimolando il centro della sete localizzato nell’ipotalamo e facendoci sentire sete.

La farina giusta per ridurre la sete dopo la pizza

La scelta del tipo di farina in base alla sua forza, o indice W, è un aspetto importante. L’indice W indica la capacità della farina di assorbire acqua e trattenere anidride carbonica durante la lievitazione, e la capacità dell’impasto di espandersi al rigonfiamento. La forza della farina è correlata al contenuto di alcune proteine che, durante l’impastamento, danno origine al glutine. Per la pizza, è meglio utilizzare farine con un W elevato, con un contenuto proteico tra il 10 e il 15% e un indice W tra 240 e 300. Per risolvere questo problema si può optare per delle farine alternative, integrali oppure di origine vegetale: vediamo insieme alcuni impasti alternativi adatti ad “alleggerire” la pizza.

Impasto a base di farina integrale

L’impasto a base di farina integrale utilizza farine integrali miste con quelle di tipo zero o doppio zero. La lavorazione di questa farina è difficile a causa della grande quantità di fibre, che impedisce al glutine di legare facilmente. È importante bilanciare la quantità di farina integrale per ottenere un impasto equilibrato.

Impasto a base di farina di kamut

Il kamut, o grano Khorasan, è simile al grano duro e contiene glutine, quindi non è adatto ai celiaci. La farina di kamut è particolarmente indicata per gli sportivi perché contiene selenio, zinco, magnesio e vitamina E.

Impasto con farine ai 5 cereali

Per l’impasto ai 5 cereali si utilizza farina a base di grano tenero con l’aggiunta di piccole percentuali di farina integrale e di altri cereali come orzo, segale, farro e avena. Possono essere presenti anche semi oleosi come lino, miglio e girasole. Questo impasto conferisce alla pizza un sapore rustico e gradevole.

Impasto con farina di farro

Il farro ha un apporto calorico inferiore rispetto ad altri cereali e la sua farina è ricca di proteine e vitamine del gruppo B

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